Cantanti si nasce, ma anche si diventa. Perché la voce è un dono, ma con la tecnica e lo studio si può fare molto. Parola di Franco Fussi, foniatra di Ravenna, che ha avuto fra i suoi pazienti personaggi come Laura Pausini, Raina Kabaivanska, Luciano Pavarotti. II professor Fussi terrà un seminario sabato prossimo a Genova, al Teatro della Gioventù, nell'ambito del Festival della musica tradizionale italiana e del trallalero "Canti di terra e di mare", organizzato dall'Associazione Culturale La Rionda in collaborazione con l'assessorato alla Cultura della Provincia di Genova e la Fondazione Carige. Parlerà di anatomia e fisiologia della voce cantata, dei vari stili e generi di canto, degli atteggiamenti posturali e darà anche consigli pratici. II titolo dell'incontro sarà "Popolare o no, usiamola bene: II canto tra fisiologia e didattica".
II canto è materia affascinante. La voce è un mezzo potente e pieno di misteri. Alcuni sono naturalmente più dotati di altri. «In alcune persone la voce ha delle caratteristiche spiccate, per via di una determinata conformazione della cavità di risonanza, della simmetria delle corde vocali» dice Franco Fussi. Senza studio, però, non si fa molta strada. «Le doti naturali vengono esercitate e potenziate con la tecnica. Ci sono tanti cantani che finiscono presto la carriera proprio perché non studiano, non coltivano i propri mezzi».
Non è questo il caso di Luciano Pavarotti e Mirella Freni, che hanno avviato lunghe e fortunate carriere. «Entrambi hanno seguito sagge strategie per preservare la voce: individuare sempre il repertorio giusto, osservare dei periodi di riposo, verificare periodicamente i propri mezzi, l'emissione, la respirazione». Il professor Fussi ha avuto come paziente anche Raina Kabaivanska, altra stella della lirica "di lungo corso". «Una grande interprete, che è diventata anche un'amica. Adesso lavora molto bene come docente. Ha usato la tecnica del belcanto per un repertorio verista in cui ha potuto mostrare la sua forte espressività".
Fra canto lirico e leggero ci sono molte differenze. Puntualizza Fussi: «Nella lirica bisogna utilizzare la cassa di risonanza in modo da rafforzare determinati armonici che superino il volume dell'orchestra». Cioè? «In pratica il canto lirico è un'amplificazione naturale. Se un tempo fossero esistiti i microfoni, il canto lirico non sarebbe mai nato!». Nella musica leggera è un'altra storia: «l'emissione è più spontanea, il problema è come si affrontano gli acuti». Laura Pausini che paziente è? «Una persona piacevolissima, nonostante la fama è rimasta solare, alla mano. Ha cominciato a cantare spontaneamente, poi ha ha studiato le basi- della respirazione diairammatica con l'aiuto di una logopedista".
Ci sono voci e voci. "Pulite" e "sporche" ma piene di fascino. Voci nere (non è leggenda, dipende dalla conformazione della laringe). «Ci sono cantanti ceme Ornella Vanoni o Eros Ramazzotti che hanno fatto delle loro voci "sbilanciate", prevalentemente nasali, un punto di forza. Cantanti come Loredana Bertè e Gianna Nannini hanno avuto successo con voci "sporche"». Cos'è una voce sporca? «Una voce rauca, che si sgrana, che non è perfettamente pulita». L'espressività è la caratteristica vincente. «L'esempio classico è il confronto fra Renata Tebaldi e Maria Callas. La Tebaldi aveva sicuramente una voce superiore per qualità e pulizia, ma la Callas vinceva per espressività. In una voce alla fine devi sentre l'emozione".
Che succede quando un cantante è colpito da una improvvisa afonia? «Si ricorre ai cortisonici. Ma devono essere un fatto eccezionale. C'è chi usa i farmaci per coprire una carriera in declino». Fussi preferisce usare fitoterapici e rimedi omeopatici, che comunque vanno somministrati con cautela. «Ci sono le tinture madri di echinacea, c'è l'erisimo, detta "erba dei cantanti", che non va usata come prevenzione, ma solo in caso di infiammazione». Urgenze di divi il professor Fussi ne ha affrontate tante. «Una cantante mi chiamò il giorno prima della finale di Sanremo: Era completamente afona. La curai, ma anche lei ci mise una bella forza di volontà, da vero animale da palcoscenic. Il Festival lo vinse". Il nome? "No, il nome no...".
Anna Parodi